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CARRIERA: VALE UNA VITA? COME RIPROGETTARE LA PROPRIA CARRIERA… E LA PROPRIA VITA?

Essere costretti a uscire dal lavoro  dall’oggi al domani, non per demerito ma per ragioni legate alla crisi, è purtroppo un’esperienza che molti hanno vissuto e stanno vivendo in questi ultimi anni.

È un’esperienza “condivisa” nel senso che coinvolge tutti il livelli e tutti i settori.

Quali competenze professionali e personali sono utili in questa situazione?

Riprogettare la propria vita professionale  (ormai per alcuni il termine carriera è obsoleto) diventa quindi una competenza fondamentale per far fronte ad un mercato del lavoro in continua turbolenza.
Una domanda che sovente il Coach fa al proprio cliente è questa: come ci si sente quando si è “buttati fuori”, quali sono i momenti più difficili e, fondamentalmente, che cosa bisogna fare ADESSO, e cosa è bene cambiare?
A volte anche il Coach si può confrontare con esperienze personali: anche lui/lei può avere fatto una brillante carriera, essere stato dirigente in importanti aziende, e poi essere uscito, con uno “scivolo” economico, dalla?Azienda.

Il cliente /coachee inizia a raccontare:  “Erano gli anni delle carriere veloci e io per carattere mi ci sono buttato. Ero un brillante Marketing Manager quando la bolla speculativa è scoppiata e a seguito del crack finanziario della mia Azienda mi sono ritrovato a spasso, con la promessa di una ricca buona uscita, mai pagata. Sono passato da una condizione di super lavoro al non aver niente da fare tutto il giorno. Roma da matti! Impazzivo! “.

E tu, come reagiresti?

Per esperienza di professione, e di vita, si passa attraverso varie fasi: all’inizio stupore e a volte quasi gioia. Ti ti dici – stamattina finalmente dormo, poi vado a fare jogging, poi finalmente leggo quei libri, shopping, ballare, amici, e poi mi metto a cercare un altro lavoro, ma con calma! etc… – insomma la sensazione euforica di riappropriarsi del tempo.

La seconda fase è quando  subentra un forte senso di vuoto: tanti cv mandati, poca o nessuna risposta!.

Il vuoto aumenta, a volte è molto più forte la mattina, quando si è abituati a pianificare la giornata di lavoro, a volte al calare della sera. Può diventare devastante, gli ex colleghi sono al lavoro, e io? Cosa faccio? Come riempio la giornata?.

Ecco, in questo caso un percorso di coaching può servire ad affrontare l’elaborazione del lutto, della perdita della vecchia identità, che è dunque il primo passaggio della trasformazione. E’ comune passare da momenti di euforia, dove tutto è possibile,  a momenti di vuoto,  dove  il rischio è sentirsi esclusi e inadeguati. Spesso l’emozione prevalente è la vergogna, non si riesce a parlare della propria nuova condizione con colleghi ed amici, qualche volta addirittura neanche con i propri familiari. Ci vuole  tempo perché la perdita di identità professionale venga sostituita o a volte integrata in un nuovo modo di percepirsi come professionista e come individuo.

In generale più le persone hanno un impegno importante, manageriale, maggiori responsabilità,  e più questo passaggio è doloroso. Soprattutto al maschile, dove frequentemente l’identità personale e quella professionale si sovrappongono, e il tempo di elaborazione, anche con l’aiuto di un Professionista,  è più lento. Naturalmente le persone che nel loro passato professionale hanno sperimentato pochi cambiamenti fanno ancora più fatica:  chi lavora da molti anni sempre nella stessa azienda ha estrema difficoltà a rimettersi in discussione, alle volte addirittura un blocco per l’incapacità di scrivere il proprio CV.

Un percorso di coaching aiuta a tornare ad essere padroni del proprio futuro, che non vuol dire essere certi di quello che ci accadrà,  in quest’epoca di cambiamenti impetuosi. Essere padroni del proprio futuro oggi vuol dire essere disposti a cambiare continuamente, non chiudendo gli occhi di fronte alla realtà esterna, anche quella  che non ci piace. E nello stesso tempo avendo ben chiari i propri obiettivi e desideri, i propri talenti e le proprie priorità.

Essere insomma resilienti costituisce un fattore fondamentale ed una capacità più efficace rispetto al semplice  “sopportare” passivamente, vale a dire la capacità di mantenere elevata la motivazione verso gli obiettivi nonostante la presenza di ostacoli, di difficoltà e disagio.