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UN COACH PER LA SALUTE ALIMENTARE (HEALTH COACHING). COACHING E ALIMENTAZIONE, ALLEATI PER IL BENESSERE PSICOFISICO ? (PRIMA PARTE)

Questo testo fa parte del materiale didattico del corso “Master Coach, Allenatori del Ben- Essere”,

di F&C Consulting. Liberamente adattato da Francesca Curi, Business Life Coach.

Un percorso di Coaching insieme ai consigli di un professionista esperto in alimentazione possono essere due  alleati per il benessere psicofisico?

Siamo sempre sul  tema del benessere psicofisico, quello di cui ci occupiamo come coach professionisti.

Al di là del titolo un po’ provocatorio, e della ironica citazione di Arcimboldo, qui propongo una sintesi di un evento che abbiamo fatto presso la nostra Scuola di Coaching, e che ha ospitato una brava nutrizionista, i cui saggi consigli ci hanno favorevolmente colpito.

Punto di vista della nutrizionista.

L’alimentazione è uno dei fattori primari di sopravvivenza per tutte le specie animali. L’uomo attinge il proprio sostentamento dagli alimenti, “le sostanze che, sottomesse allo stomaco, possono assimilarsi per mezzo della digestione riparando le perdite che fa il corpo umano nell’esercizio della vita” (Anthelme Brillat-Savarin, 1825).

Da un punto di vista biochimico, di fondamentale importanza sono gli effetti che produce ogni sostanza alimentare (carboidrati, proteine, grassi, micronutrienti e via dicendo) nel nostro organismo. Il problema sempre più frequente dell’alimentazione disordinata è l’allarme sovrappeso. Gli esperti ci dicono che l’obesità e il sovrappeso possono provenire da fattori puramente ormonali o genetici (le frasi “Faccio fatica a dimagrire” oppure “Ingrasso mangiando anche un grissino”, possono essere giustificazioni dettate da un metabolismo che tende più all’accumulo che al dispendio), oppure essere un fatto “culturale” (le abitudini alimentari, come ad esempio mangiare velocemente il  pasto oppure consumarlo davanti alla Tv o al PC).

Ma, oggigiorno, quando si parla di benessere psicofisico, viene messo in risalto un aspetto importante: quello mentale.

Infatti, più che di calcoli calorici, si parla di psico-alimentazione, di psico-dimagrimento, psiconutrizione et similia.

Il termine rappresentativo del campo della dietologia, ovvero la DIETA, è in crisi, per non essere stato in grado di arginare il problema del sovrappeso e dell’obesità, dimensioni crescenti di anno in anno.

Come “funzionano” le diete classiche?

La dietologia ruota attorno ad affinità e differenze: tutti gli alimenti vengono misurati caloricamente, anche se ognuno di essi ha una differente azione ormonale sull’organismo.

Innanzi tutto, la drastica riduzione calorica – uno dei cardini fondamentali della “dieta”- predispone alla “calma insulinica, ovvero all’evitamento degli sbalzi repentini di glicemia, che inducono il corpo al deposito di grassi.

Ma spesso accade che la dieta, soprattutto facendo affidamento a riviste o pessimi “consigli”, venga ridotta al semplice deficit energetico, ad un’alimentazione eccessivamente ridotta in calorie. Da questa mancata distinzione  ne consegue stanchezza, apatia, umore depresso, disturbi del sonno e della concentrazione etc.

In sintesi, si tende ad emarginare alcuni alimenti e prediligerne altri, con questa sciocca discriminazione alimentare si tenta di combattere il decorso cronico e patologico del sovrappeso.

Punto di vista del Coach.

A volte arriva un cliente e, anche in un incontro di coaching, si lamenta, e sospira:

  • Cliente: Sono ancora ingrassato!
  • Coach: Ah… andavi da un bravo medico mi hai detto la volta precedente. Hai seguito le indicazioni della dieta?
  • Cliente: No…
  • Coach: Ah, e quindi …
  • Etc…

La motivazione e il ruolo del coaching… (continua nel prossimo articolo)