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UNA MENTE DISTRATTA È UNA MENTE INFELICE

Da recenti studi dall’inizio degli anni Cinquanta ad oggi sono usciti oltre 3.000 lavori scientifici sulla meditazione. Questa antichissima pratica è diventata anche un business miliardario, che negli USA coinvolge l’8% della popolazione, oltre 18.000.000 di persone. La ragione di un simile successo è rappresentata da questa frase “Una mente distratta è una mente infelice”. L’articolo, dedotto da una studio di Harward è del 2010, ma questa geniale intuizione si fa risalire a 2.500 anni fa quando il principe Siddharta/Buddha, seduto sotto un albero, avrebbe preso coscienza della realtà per quello che è, cioè del qui e ora, e avrebbe messo di soffrire per i mali del mondo.

Questo antico episodio ha una lettura valida anche ai giorni nostri: il principe diventato monaco si sarebbe liberato di quella che i coach chiamano “deriva attenzionale”, la tendenza della mente a volare altrove, a ciò che non c’è, e di conseguenza, a soffrire inutilmente.

Il nostro livello di felicità è correlato alla capacità di essere presenti alle nostre azioni, quello che il coaching chiama focus. Se siamo in grado di essere focalizzati anche la meditazione ci aiuta perché rende la mente meno distratta quindi meno infelice.

Fine prima parte.