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UN COACH PER LA SALUTE ALIMENTARE (HEALTH COACHING). COACHING E ALIMENTAZIONE, ALLEATI PER IL BENESSERE PSICOFISICO ? (SECONDA PARTE)

Questo testo fa parte del materiale didattico del corso “Master Coach, Allenatori del Ben- Essere”,

di F&C Consulting. Liberamente adattato da Francesca Curi, Business Life Coach.

LA MOTIVAZIONE E IL RUOLO DEL COACHING

 

La maggior parte delle diete è formulata in modo corretto a livello alimentare, soprattutto quelle che il nutrizionista o il dietologo strutturano in maniera personalizzata per i propri clienti. Tuttavia, i suggerimenti dei professionisti  servono a poco se poi ad essi non segue un riscontro nella mente dell’individuo. Se gli ostacoli che s’interpongono tra noi e la dieta fossero solo “faccenda dietologica” la scienza dell’alimentazione avrebbe ottenuto un successo straordinario. Ad indicarci questa strada, paradossalmente, sono proprio i dietologi/nutrizionisti/dietisti che, dopo aver articolato il programma alimentare, dicono che il percorso richiede motivazione, volontà, tenacia, agenti di cambiamento che partono proprio dall’individuo; ma non spiegano tuttavia come accedervi.

Nei bambini obesi in terapia dietologica si sono osservati livelli di psicopatologia ansiosa o depressiva significativamente più alti (37,3%) rispetto a quelli non sottoposti ad alcun trattamento (23%) (Van Vlierberghe, Leen, et al., 2009). Potrebbe essere anche una possibile conseguenza di incongrue terapie dietetiche. E le cose sembrano peggiorare nei dati provenienti dalla vita adulta: studi di follow-up a lungo termine sul trattamento dell’obesità indicano come il 90-95% di coloro che perdono peso lo riacquistano entro pochi anni, a volte anche con gli interessi.

Da tali studi emerge come l’obesità rappresenti un tipico esempio di patologia cronica che, come il diabete, l’ipertensione arteriosa o le dislipidemie, porta non solo il paziente ma, spesso, anche il medico ad un forte senso di frustrazione e inadeguatezza delle strategie e tecniche adottate. L’individuo sottoposto a dieta, dopo un breve periodo, comincia ad avventarsi contro l’irritante e spaurito smacco di divieti e, a volte, contro sé stesso, o lo specialista.

Proprio le diete ipocaloriche, risultato di tante proposte commerciali che promettono risultati immediati, sembrano essere responsabili del circuito restrizione-disinibizione dal comportamento alimentare inadeguato che da esse scaturisce: il “Wight-Cycling Syndrome” (restrizione – disinibizione – colpa/allarme – restrizione) (Beck, 2008), nonché di specifici disturbi della sfera psicologica. Queste oscillazioni di peso possono influire sulle condizioni psicologiche giacché non riuscire a mantenere il peso raggiunto con le diete provoca sentimenti di fallimento personale, di perdita del controllo sulla propria vita e di scarsa autostima.

Nondimeno fare pressioni sulle persone per motivarli alla perseveranza nella dieta determina una spaccatura tra coloro che ancora resistono e coloro che sono più disponibili al cambiamento e sembra produrre un maggior drop-out, abbandono della cura.

Ecco perché il coach per la salute alimentare (health coaching ) può essere una figura di continuità,  garantendo un’adeguata continuità se collabora con i professionisti della salute: medici, infermieri, dietologi, nutrizionisti etc. Molte esperienze di health coaching del mondo anglosassone hanno mostrato notevoli benefici sia sul versante clinico che su quello economico, con un buon impatto sui costi dell’attività specialistica anche per le patologie croniche.

Il coaching è una metodologia di lavoro concreta, che consente di esplorare il potenziale di miglioramento delle cure della persona e il suo coinvolgimento nei propri obiettivi di salute; inoltre aiuta i professionisti sanitari nella pratica quotidiana.

In conclusione, il coaching comporta un cambiamento di paradigma, da modello direttivo a modello collaborativo, in modo che il team di assistenza e le persone diventino partner attivi nel processo di cura.

Concludo con una metafora: mentre la maggior parte dei professionisti è addestrata a fornite ai clienti un pesce, (curare un problema acuto o una condizione cronica), in pochi sono realmente addestrati ad insegnare a pescare.

L’ottimizzazione delle risorse, il miglioramento delle performance, passa attraverso una nuova rivoluzione culturale della relazione tra professionista sanitario e paziente/cliente, incentrata anche sulle metodiche del coaching. 

Seguire una dieta è  anche una questione di motivazione. Il coaching è un modo per realizzare questo scopo. È una metodologia che permette di aiutare le persone  ad acquisire le conoscenze, le competenze, gli strumenti e la fiducia per diventare partecipanti attivi nella loro cura, in modo che possano raggiungere i loro obiettivi di salute precedentemente auto-identificati.

Perdere chili in eccesso, in fondo, va considerata una questione “mentale” più che una questione fisica.